Condominio e disabilità: una convivenza difficile
Condominio e disabilità: una convivenza difficile
Se già la convivenza in condominio di suo non sempre risulta «pacifica», possiamo immaginare cosa voglia dire doverla imporre per legge laddove una delle parti – sempre la più debole – sia un diversamente abile. E quando un’Assemblea vota di non realizzare interventi che consentano a queste persone di poter fruire del proprio immobile «con dignità», è segno che siamo ben lontani dal poter parlare astrattamente ed in generale di «società civile». Ed infatti, nonostante l’approvazione della legge 9 gennaio 1989 n° 13 abbia di fatto “codificato” il diritto alla tutela delle disabilità nel condominio, nella realtà di tutti i giorni il superamento delle barriere architettoniche rimane un problema spesso fonte di profondi dissidi fra i condomini. Se è pur vero che, a volte, le opere richieste appaiono “eccessive” rispetto, magari, alla situazione oggettiva dello stabile, è innegabile che, nella quasi totalità dei casi, il rifiuto da parte dell’Assemblea condominiale all’esecuzione dei lavori discenda unicamente da un elemento che mette tutti d’accordo: la spesa per l’esecuzione dei lavori non la vuole sostenere nessuno!