EMERGENZA AFFITTI

Emergenza “Coronavirus”
e pagamento affitti


Con la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio del 9 marzo e con il successivo del giorno 11 marzo, meglio noti come “Io sto a casa” la zona rossa è stata, di fatto, estesa a tutto il territorio nazionale. Il Governo ha disposto la chiusura obbligatoria di moltissime attività non essenziali, misura che associata al divieto di circolazione e spostamento, comporta pesantissime ripercussioni sull’economia del territorio. La situazione è aggravata, poi, dalla chiusura di molte attività di servizi e del terziario e da quelle ferme perché sono rimaste senza lavoro, a causa di altre aziende costrette a fermare il ciclo produttivo.


Fra i settori maggiormente colpiti, se non il più colpito, vi è il comparto dell’artigianato e del commercio, sia perché il Covid-19 assume rilievo quale causa di impossibilità naturale al regolare svolgimento dell’attività – sia per la quarantena che per i limiti alla circolazione delle persone – ma anche per l’impatto del virus sulla salute dei lavoratori e dei clienti. A ciò si aggiungano le inevitabili ripercussioni causate dall’irregolare funzionamento della catena di forniture e approvvigionamenti che, a volte, rende di fatto impossibile garantire uno svolgimento corretto e puntuale delle attività.

Questo comporta la necessità di prevedere misure temporanee che consentano a tutte le attività con P.IVA di poter superare questa fase, imprevedibile in termini di durata, con minor danno possibile. La stessa Agenzia delle Entrate – Riscossione ha adottato modalità di sospensione di accertamenti e riscossioni, così come il Governo ha varato le prime misure sia di sostegno alle attività che di sospensione e/o differimento dei pagamenti di imposte e tributi vari. Si tratta in molti casi di somme importanti che, oggi, diventano pesanti per qualsiasi attività, alla luce del fatto che le aziende, a causa della diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, a fronte di una drastica, fulminea ed inattesa contrazione e/o azzeramento delle proprie entrate, si ritrovano a fronteggiare molteplici difficoltà di natura economica, di non facile risoluzione.

L’ultimo problema da risolvere è quello dell’affitto per tutti coloro che svolgano attività in immobili non di proprietà.

La domanda ricorrente in questi giorni è: “Posso sospendere il pagamento dell’affitto?

La risposta è tutt’altro che semplice, dato che la legge prevede ipotesi di revisione delle condizioni contrattuali, che vanno però confrontate con quanto prevede il singolo contratto di affitto firmato dalle parti.

Il Codice civile prevede una prima “via d’uscita” nel caso in cui il conduttore sia impossibilitato ad eseguire il pagamento dei canoni per cause a lui non imputabili. In pratica il conduttore deve poter dimostrare di non avere alcuna colpa.

La situazione creatasi con il Covid-19 è anomala, non è mai accaduta, difficilmente le parti potevano immaginarla, non esistono sentenze in merito. Sempre il Codice ci consente una seconda “via d’uscita”: è il caso in cui il conduttore non paghi per un’impossibilità sopravvenuta (cioè che accade dopo l’inizio del rapporto di locazione) che non sia riconducibile ad una sua responsabilità. Si tratta dell’impossibilità di eseguire il pagamento per causa di forza maggiore.

Il Covid-19 può essere annoverato fra i casi di forza maggiore?
Non c’è nulla sul punto, né norme né sentenze. Però possiamo dire che il Codice copre questa ipotesi laddove riconosce la sussistenza della forza maggiore nei casi in cui il conduttore non possa fare alcunché per ovviare al problema e ciò a causa di un ordine dell’autorità.

Proprio quello che sta accadendo in questi giorni.

Onde evitare che la cosa si aggravi, cioè i pagamenti non effettuati superino una soglia di criticità non più sanabile, la cosa migliore è che le parti (inquilino e proprietario) raggiungano un accordo per ridefinire e rimodulare, per questo periodo d’emergenza, le condizioni ed i termini economici del contratto di affitto.

Pensare di spostare i pagamenti di qualche giorno o settimana, in un contesto imprevedibile come questo, non servirebbe assolutamente a nulla. Una procedura di salvaguardia, invece, evita sia molte chiusure che molte cause di sfratto e successive ingiunzioni di pagamento, che aggraverebbero poi la situazione generale, anche a danno anche dei proprietari.

COSA POSSIAMO FARE?

1)   Possiamo intervenire direttamente verificando in prima battuta se le parti (locatore e conduttore) danno la loro disponibilità a ridefinire e rimodulare, per questo periodo d’emergenza, le condizioni ed i termini economici del contratto di affitto.

2)   Nel caso in cui le parti raggiungano l’accordo, verrà praticato dal nostro Team legale un prezzo forfettario assolutamente speciale per: a)-gestione trattative; b-redazione bozza di accordo; c)-gestione procedura di sottoscrizione.

Data la situazione, abbiamo forfettizzato al massimo tutti i costi per poter offrire il servizio a tutte le parti in difficoltà.

Unica condizione richiesta è che le parti
siano associate a Confabitare.

Se siete interessati Vi invitiamo a scriverci alla mail dedicata: